Il decreto Martina, che tratta provvedimenti da tempo attesi dall’intero settore primario, si appresta ad approdare nell’Aula di Montecitorio, dopo il lavoro di discussione in Commissione Agricoltura alla Camera. Per tutte le forze politiche, si tratta di un provvedimento che rappresenta un primo importante passo in avanti ma che, pur essendo un atto “dovuto”, non è sufficiente per il rilancio dell’agricoltura italiana.
Se da un lato ci fa piacere che gran parte degli impegni che stiamo chiedendo da tempo al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, attraverso ogni sorta di atto parlamentare, siano stati finalmente accolti, almeno sulla carta, dall’altro risulta evidente come molto di più potrebbe essere fatto per ridare smalto e slancio al primo settore.
Siamo riusciti a convincere tutte le altre forze politiche dell’esigenza della stesura di un piano olivicolo nazionale ma i fondi stanziati sono davvero lontani da quelle cifre auspicate sia da noi sia dalle associazioni di categoria ascoltate in audizione in Commissione. Ai 100 milioni di euro richiesti, si è fatto fronte con una cifra molto più bassa, pari appena a 32 milioni circa. Esprimo soddisfazione, invece, sul mantenimento da parte del Governo dell’impegno contenuto nel mio ordine del giorno approvato durante la discussione del decreto sull’Imu agricola: per gli agricoltori colpiti da fitopatie come la xylella per gli olivi o il cinipide del castagno sarà possibile, dunque, ottenere interventi compensativi a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale.
Non accolta, invece, la richiesta delle sigle sindacali del settore FAI Cisl, FLAI Cgil e UILA Uil, le quali puntavano a garantire, per quei lavoratori agricoli dei territori colpiti dal disseccamento rapido dell’olivo, il riconoscimento delle giornate dell’ultimo anno standard. La maggioranza ha bocciato il nostro emendamento che prevedeva di andare incontro a questi lavoratori, prendendo come punto di riferimento non il 2014, dove la mosca olearia non ha permesso loro praticamente di svolgere le giornate solite, ma il 2013.
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