Nel decreto 51, che ci si appresta ad approvare in Aula a Montecitorio, è stato approvato un articolo aggiuntivo nella sua conversione in legge, frutto di un emendamento del Movimento 5 Stelle. L’articolo 6-bis, a mia prima firma e che riprende la mia proposta di legge in materia, prevede l’istituzione di Commissioni Uniche Nazionali (CUN) per la determinazione delle quotazioni di prezzo per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agricolo-alimentare. In Puglia dovrebbero essere interessate dalla riforma le borse di Bari (dove oggi sono quotati grano duro e tenero, orzo, avena, ceci, lenticchie, piselli proteici, favino, lupino, mandorle, ortaggi, frutta e fiori) e Foggia (grano duro e tenero, orzo, avena, ceci, favino, piselli proteici, fieno, uva da vino, olive da tavola e da oleificazione, mandorle, ortaggi, frutta, bestiame da allevamento ovvero suini, ovini e caprini, bestiame da macello, pelli, uova, latte alla stalla di vacca, bufala, pecora e capra, pollame e conigli, lana) ed il borsino dei cereali di Altamura (BA).
Finalmente si supera una legislazione vetusta. Basti pensare che le borse merci sono regolamentate da un regio decreto del 1913. Al contempo, viene accolto anche ciò previsto dalla normativa Antitrust. La stessa autorità, peraltro, ha più volte invitato lo Stato italiano a superare il meccanismo delle borse merci ed evolvere verso le CUN. Questa è una battaglia che abbiamo sposato dall’inizio della legislatura e che siamo soddisfatti di aver vinto.

Il Sole 24 Ore – 12.06.2015
Ma adesso, ovviamente, la palla passa al il Governo, chiamato a redigere un regolamento per la creazione delle CUN che rispetti i principi di trasparenza e ostacoli il conflitto di interessi. Solo attraverso un regolamento oggettivo, basato su parametri economici imparziali, si potranno evitare le distorsioni del mercato a cui si assiste oggi, dove la formazione dei prezzi alla produzione, basata ancora su regolamenti che riposano su logiche di decentramento delle contrattazioni (borse merci locali), non è più compatibile con i principi della concorrenza.
Per questo, alle CUN deve essere affidato il compito di formulare indicazioni di prezzi sulla base di indici sintetici oggettivi sui fondamentali di mercato (import, export, produzione, andamento dei consumi) al fine di rendere più chiaro il meccanismo di definizione dei prezzi alla produzione, introducendo un maggiore grado di concorrenzialità nelle contrattazioni e un ancoraggio ad indicatori di mercato oggettivi. Solo in questo modo si riuscirà ad eliminare la divaricazione tra prezzo all’origine, prezzi all’ingrosso e prezzi al consumo, dando vita ad una contrattazione reale sulla fissazione del valore economico dei prodotti. E proprio su questo siamo pronti ad impegnare il Governo attraverso un ordine del giorno.

Foglie – Luglio 2015
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