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Il Ministro della Salute Lorenzin risponde all’interrogazione M5S sul claim su cui l’Antitrust ha già sanzionato Rocchetta ed Uliveto
Il Ministro della Salute Lorenzin risponde all’interrogazione M5S sul claim su cui l’Antitrust ha già sanzionato Rocchetta ed Uliveto

Acque della Salute: la Lorenzin se ne lava le mani

A sollevare la questione fu “Il Fatto Alimentare” che portò l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato a sanzionare con una multa da 5.000 euro, raddoppiata a 10.000 euro per recidività, la Co.ge.di., la società detentrice dei marchi di acqua naturale Rocchetta ed Uliveto. La vicenda dei claim ingannevoli “Acque della salute” sbarcò poi in Parlamento attraverso una mia interrogazione parlamentare.

 

Ad un anno dall’interrogazione M5S sulle pubblicità ingannevoli delle acque minerali "Rocchetta" e "Uliveto", nuova censura e relativa multa dall’Antitrust

Ad un anno dall’interrogazione M5S sulle pubblicità ingannevoli delle acque minerali “Rocchetta” e “Uliveto”, nuova censura e relativa multa dall’Antitrust

 

L’articolo 19 del decreto legislativo 8 ottobre 2011, n. 176, recante “Attuazione della direttiva 2009/54/CE, sull’utilizzazione e la commercializzazione delle acque minerali naturali” infatti “vieta di fare riferimento a caratteristiche o proprietà che l’acqua minerale non possegga. La pubblicità delle acque minerali è sottoposta alla preventiva approvazione del Ministero della Salute limitatamente alle menzioni relative alle proprietà favorevoli alla salute, alle indicazioni ed alle eventuali controindicazioni”. Permane, comunque, il divieto per indicazioni che attribuiscano ad un’acqua minerale naturale proprietà per la prevenzione, la cura o la guarigione di una malattia umana. In base a quanto disposto dalla normativa, dunque, ogni messaggio pubblicitario reclamizzante proprietà favorevoli alla salute delle acque minerali è di regola sottoposto dall’azienda fabbricante all’attenzione della Commissione consultiva per il rilascio dell’autorizzazione ad effettuare una pubblicità sanitaria. La Commissione, presieduta dal Ministero della Salute, è composta da esperti ministeriali, del dicastero dello Sviluppo economico, dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dell’Istituto Superiore di Sanità, della Conferenza Stato-Regioni e Province Autonome e della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.

Ne consegue che nessun messaggio pubblicitario contenente qualità salutistiche di un’acqua minerale può essere divulgato senza l’autorizzazione del Ministero della Salutescrive Beatrice Lorenzin nella risposta alla mia interrogazione parlamentare L’esistenza di tali qualità deve essere specificata nel decreto di riconoscimento dell’acqua minerale emanato da questo Ministero”.

Gli avvisi pubblicitari delle acque minerali Co.ge.di che risultano, dunque, autorizzati dalla Commissione sono: “ti aiuta a digerire meglio”, “mi aiuta a digerire e vivo in forma”, “ti aiuta a digerire”, “aiuta a digerire”, “aiuta a digerire meglio” per il brand Uliveto; “ti fa essere pulita dentro e bella fuori”, “mi fa fare tanta plin plin”, “depurati anche l’anima”, “aiuta a eliminare scorie e liquidi in eccesso”, “pulite dentro e belle fuori”, “ci aiuta a eliminare le scorie” per l’acqua oligominerale Rocchetta.

Per quanto riguarda l’avviso ‘Acque della salute’, riportato anche in alcuni messaggi autorizzaticonclude il ministro della Salute Beatrice Lorenzinin sé e per sé non si ritiene che possa configurarsi come pubblicità sanitaria e non necessita, in quanto tale, della relativa autorizzazione della Commissione. Per i messaggi privi di riferimento a proprietà favorevoli alla salute resta ferma la possibilità di un controllo, non di competenza del Ministero della Salute, della ‘non ingannevolezza’ del messaggio”. Un controllo che, stante l’art. 8 del d.lgs. 145/2007, è attribuito all’Autorità garante della concorrenza e del mercato con l’obiettivo di contrastare e reprimere la pubblicità ingannevole e comparativa illecita.

Il Ministro Lorenzin ed il Governo Renzi, dunque, se ne lavano completamente le mani, demandando all’Antitrust il compito di sanzionare chi non rispetta le regole. Peccato, però, che il mancato intervento ministeriale vada a ledere, implicitamente, tutte le altre aziende di acqua minerale che, invece, rispettano sia le normative sia il buon senso. Al contempo, l’inganno ai danni dei consumatori continuerà a colpi di multe da 5.000 o 10.000 euro massimo.

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